domenica 23 ottobre 2016

BENEDIZIONE DEL FIGLIO dopo la Cresima

BENEDIZIONE SUI FIGLI (dopo la Cresima)

Figlio, devo dirti una cosa importante.
Per me è stata una gioia immensa averti.
Vederti crescere, imparare a camminare, parlare e sorridere 
è stato per me una gioia indescrivibile; 
non sempre ti ho manifestato apertamente
la grande soddisfazione di essere padre, 
ma nel mio cuore ho custodito in ogni momento 
l’orgoglio e la contentezza di avere un figlio come te.
Ti ho trasmesso la vita, 
e i grandi valori che possono aiutarti a viverla in pienezza.
Ti ho condotto al battesimo, 
quando ancora tu non eri capace di comprendere 
la profondità della fede.
Oggi, hai scelto tu: hai meditato di confermare questa fede,
nella quale tuo padre e il padre di tuo padre 
hanno creduto e sperato.
Oggi, hai ricevuto la Cresima, il dono dello Spirito
che ti accompagnerà sempre.
Oggi, devi sapere che nella vita, qualsiasi cosa capiti,
sia che gli altri ti apprezzino o ti deridano,
che ti stimino o ti rifiutino, ti comprendano o di ostacolino,
io ti ho voluto bene, ti voglio bene e ti vorrò bene sempre.
Sappi che tua madre ed io, anche quando tu lascerai la nostra casa,
terremo sempre una porta aperta per te.
Sappi che potrò non accettare le tue scelte,
non condividere i tuoi pensieri,
ma porterò nel profondo del mio cuore l’amore per te.
Conserva, quindi, nel tuo animo la certezza di essere amato,
di essere accettato, di essere voluto bene, sempre.
Non dimenticare quanto i tuoi genitori ti vogliono bene.
Non dimenticare il dono d’amore che tu sei per noi !
Non dimenticare il dono d’amore che Dio ha fatto a te !
Il suo Spirito ti guidi sulle strade della vita.
Custodisci il dono di Dio
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

mercoledì 1 giugno 2016

ABBRACCIATO ALLA TUA RISURREZIONE

ABBRACCIATO ALLA TUA RESURREZIONE
(notte nel Santo Sepolcro di Gerusalemme, 19 aprile 2016)

Signore, sono qui,
nella tua terra, nel tuo calvario,
tocco la roccia dove hanno posto la tua croce,
dove hanno deposto il tuo corpo, 
dove avevano preparato la tua tomba.
E rimango qui a contemplare la tua resurrezione.
Questa terra, questa città, questo sepolcro
sono oggi santificati dalla tua presenza:
qui è la Terra Santa,
qui è la Città Santa, 
qui è il Santo Sepolcro.
Mi lascio condurre dalla tua presenza.
Ora e sempre sei tu che illumini questa notte.
Da queste rocce trasuda il sangue di salvezza,
qui si contempla la perenne grazia,
qui si ridona speranza all’anima inquieta.
E la parola divenuta carne, supera i confini dell’universo:
il corpo e la parola diventano memoria eterna,
presenza senza fine,
luce che irradia le tenebre dell’uomo;
qui la mia fragilità è avvolta dal tuo grande amore;
rimango immobile,
abbracciato alla tua resurrezione.

L'ULTIMA PREGHIERA DI UNA MADRE

L’ULTIMA PREGHIERA DI UNA MADRE
(in memoria di Luisella Pibiri, 5 giugno 2014)

Signore, 
oggi ho pregato insieme ad una madre sofferente;
ho pianto con lei, ho gioito con lei;
il corpo stremato, il viso solcato;
le sue mani, tremanti, che tentano di unirsi in preghiera.
Il suo cuore era già stato trafitto
quel 5 giugno del 2006,
quando l’odio umano ha portato via la sua creatura,
e con lui la fierezza di vita 
di una donna, ferita nel corpo e nell’anima.
Ogni giorno ha invocato la Vergine santissima,
anche quel giorno … quel terribile giorno.
Dopo non più. Solo una domanda: 
“Perché, Madre celeste, 
non l’hai protetto, non l’hai salvato?”.
Ora dice “Si”, alla Madre
e insieme la invochiamo,
fiduciosi che lei, Consolatrice degli afflitti,
prepari l’anima inquieta all’incontro con Dio.
Nella preghiera, le parole e i gesti;
con le invocazioni, l’olio della consolazione.
Oggi è l’anniversario di Alessandro,
ma anche l’ascesa della mamma all’eternità di Dio.
Stesso giorno per ricordare il figlio e la madre.
E tu Maria, Porta del cielo che preghi per noi,
accompagna, in questa stessa ora di morte,
Luisella verso il suo amato figlio, Alessandro:
riposino in pace.

lunedì 30 maggio 2016

SIGNORE, COSA RIMARRÀ DI ME ?

COSA RIMARRA’ DI ME, SIGNORE ?
(in memoria di Marino Tidili)

Signore, cosa rimarrà di me ?
Non ho più le forze, sparite pian piano,
si è consumato il mio corpo, si è asciugata la mia anima.
Sono tumefatto, spezzato, afflitto.
I miei giorni sono contati, Signore. Non ho scampo.
Cosa rimarrà di me ?
Sono giovane, ma ho già tolto le stellette.
Ho svolto il mio servizio, con passione,
ma la mia missione di soldato è già conclusa:
troppo debole per servire la Patria.
Ho perso il mio amore, sto perdendo la vita.
Mi consuma il male.
Si, Signore, lo so: tu mi sei sempre vicino,
ma qui, su questa terra, cosa rimarrà di me?
Non ho figli, non ho una sposa.
Rimane l’immenso pianto di una madre e di un padre,
di una sorella, di un fratello, di una famiglia.
Rimane la forza che tu mi dai,
l’esempio di quanto mi sostieni nell’ora del dolore.
Rimane il mio sorriso davanti alle prove della vita.
Rimane il coraggio di attendere un’alba nuova nel tuo cielo.
Piango, senza poter asciugare le mie lacrime,
fermo, immobile sul mio giaciglio.
Ti chiedo perdono, e accolgo la tua misericordia.
Non ho più progetti per il futuro, solo una certezza:
Signore, ho amato te,
ho amato la vita, ho amato il mio dolore.
Signore, non so cosa rimarrà di me,


ma sono certo di rimanere in te, nella tua eternità.

venerdì 16 novembre 2012

MANI GIUNTE A BALA MURGAB

Bala Murgab, 27 dicembre 2011

Signore, Luca aveva aperto le sue mani per unire i popoli,
tra le montagna lunari,
sentinella in attesa di una nuova aurora.
Le sue calde mani cercavano occhi da scrutare,
volti da svelare, anime da salvare.
Lui viveva, solare, shana by shana con i fratelli afghani,
fianco a fianco con impegno e coraggio.

Signore, l’Odio ha chiuso le proprie mani:
mani fredde di disprezzo e tenebra,
che hanno tradito il suo cuore,
aperto una piaga di dolore
nel costato dell’amata Daniela,
trafitto il cammino di una madre e di un padre,
ansiosi e lontani.

Giunto nel luogo della memoria,
silenzioso, unisco le mie umili mani:
mani giunte a Bala Murghab.
A te, Signore Iddio, affido la sua anima,
nella speranza eterna che
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.

sabato 3 novembre 2012

SIGNORE, VOLO SU KABUL

Oggi il J129 mi porta a visitare i militari di Camp Kaia,
e la mia mente ritorna a quel 17 settembre 2009
quando le vite di Matteo, Antonio, Roberto,
Davide, Gian Domenico e Massimiliano
giungono improvvisamente nelle tue mani per l’eternità.
Non li hai voluti tu, Signore,
ma li hai accolti dopo quel brutale disegno di odio e violenza.

Signore, volo su Kabul
e sento ancora dentro me l’estremo e addolorato saluto dato a Matteo:
ho conosciuto il suo volto davanti al tuo altare,
l’immagine ferma di un giovane forte e sereno.
Abbracciati al pianto di mamma Greca e papà Augusto
tutti eravamo incapaci di dire qualcosa in più,
se non essere solo lì con loro
e accendere un lume di speranza.
Ho elevato a te una preghiera e la promessa
di perpetuarne in terra afghana
la memoria e il ricordo.

Ora, dopo due anni, scruto dal cielo di Kabul quel luogo.
Ai piedi delle maestose e nere montagne si distende l’umile città antica.
Nella terra di Abramo e della “Via della Seta”,
tra l’immensità di vicoli e case, di mercati e minareti,
vi è l’anima di una città che lotta per ritrovare libertà e pace.
Cerco da lontano la Great Massoud Road,
e intravedo chiara quella Rotonda.
Subito mi si stringe il cuore.
Il mio animo si volge alla memoria
di chi è solo vittima innocente in un’improvvisa condanna.

Signore, volo su Kabul e prego:
la sua anima e le anime di tutti i fedeli defunti,
per la misericordia di Dio,
riposino in pace. Amen.

venerdì 27 aprile 2012

TESTIMONI DELLA RESURREZIONE

Signore, Dio onnipotente tu mi chiami ad essere testimone di resurrezione.
Tutta la vita del tuo figlio Gesù è stato un risorgere.
La sua mano toccava colui che si rialzava,
la sua voce chiamava i penitenti alla conversione,
il suo pianto e la sua compassione era rinascita per Lazzaro,
il suo pane era forza del cammino per le folle che lo ascoltavano,
il suo sangue linfa per una nuova ed eterna alleanza;
la sua croce fonte di perdono e redenzione
e la sua morte, risurrezione e salvezza per l’umanità.

Signore, e tu chiami anche me a risorgere.
È la tua voce che m’invita a rialzarmi sempre dalle mie cadute,
con caparbietà e fiducia.
È la tua parola che mi conduce ad offrire una rinascita nella comprensione e nel perdono.
È il tuo vangelo che mi incoraggia a non fermare i miei deboli passi,
ma continuamente ricercare la tua presenza puntuale e costante che rincuora.
Dietro ogni dolore la tua consolazione,
dietro ogni caduta la tua misericordia,
dietro ogni sconfitta la tua speranza,
dietro ogni morte la tua vita eterna.

Signore, fammi essere testimone di resurrezione.
Anche nel mio servizio alla Patria, fa’ che riesca ad offrire una rinnovata speranza.
Aiutaci ad essere militi pronti, per far risorgere chi cade o si dispera;
militi presenti per ricostruire la Patria ferita:
nell’emergenza di un terremoto, o nel disastro di un alluvione,
nel dramma di una violenza, o nell’odio di una guerra,
nel disordine di una contestazione o nell’insicurezza del futuro.
E desideriamo essere militi di resurrezione
anche fuori dai nostri confini nazionali: 
aiutaci, Signore Iddio,a far risorgere i popoli,
piagati dalla violenza e dal male,
feriti dalla miseria e dall'odio,
affinché, forti della tua fede,
sappiamo insieme rialzarci e ritrovare l'immagine di Cristo risorto in ogni uomo.

Nella tua eternità, testimoni del Risorto.

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